Chang Dsu Yao 張 祖 堯 (1918-1992)

Secondo nome: Chang Ch’eng Hsün 張 成 勳; nome di battesimo cattolico: Stefano. Nato il 14 giugno 1918 nel villaggio rurale di Ch’ai Chi Ts’un 柴 集 村 presso P’ei Hsien (attualmente in provincia di Chiang Su, ma anticamente in quella di Shan Tung) in una famiglia benestante di tradizione religiosa cattolica – cosa assai rara in Cina e indice di una raffinata cultura familiare –, sin dall’età di sei anni si dedicò quotidianamente allo studio delle arti marziali con entusiasmo. Il fascino per le arti marziali sorse forse in lui per spirito familiare, avendo il bisnonno stesso studiato per un lungo periodo presso il monastero di Shao Lin.

Il maestro Chang Dsu Yao fu allievo in particolare dei maestri Liu Pao Chün 劉 保 君 (1892-1947) e Chang Ch’ing P’u 張 慶 樸 (1903-1963), colleghi e allievi anche del maestro Yang Ch’eng Fu 楊 澄 甫 (1883-1936), con il cui altro noto allievo Cheng Man Ch’ing 鄭 曼 青 (1900-1975) egli ebbe peraltro un fecondo e reciproco scambio di insegnamenti a Taiwan negli anni cinquanta. Inoltre, Chang ebbe modo di seguire per un periodo direttamente gli insegnamenti di Yang Ch’eng Fu stesso.

Maestro Chang peng

A sei anni Chang iniziò a studiare privatamente, a casa propria, con il maestro Liu Pao Chün 劉 保 君 (1892-1947), il quale lo accolse poi nella sua scuola di arti marziali a P’ei Hsien, seguendolo per oltre vent’anni. Con il maestro Liu inizialmente studiò lo Shao Lin Ch’üan e il Mei Hua Ch’üan, successivamente, dai dodici anni d’età, anche il T’ai Chi Ch’üan.

Nel 1932 il giovane Chang vinse un premio nazionale in arte calligrafica, coltivando questa maestria lungo tutta la sua vita. Nel 1936 venne chiamato a far parte della delegazione cinese che prese parte alle Olimpiadi di Berlino del 1936 per una dimostrazione di arti marziali, ma rifiutò l’invito poiché contrario al regime nazionalsocialista.

Nel 1938 entrò nell’Accademia militare di Kuei Lin (Chün Hsiao Ti Liu Fen Hsiao军 校 第 六 分 校), dove studiò arti marziali in particolare con Chang Ch’ing P’u 張 慶 樸 (1903-1963), che gli insegnò gli stili Hsing I Ch’üan, Pa Kua Chang e Liang I Ch’üan. Qui studiò inoltre lo Szu Hsiang Ch’üan con il maestro Fu Chen Sung 傅 振 嵩 (1872-1953) e anche lo Yüeh Chia Ch’üan con il maestro anche di Shuai Chiao Ch’ang Tung Sheng 常 東 昇 (1908-1986).

Chang combatté come ufficiale dell’esercito cinese nella guerra contro gli invasori giapponesi prima (1937-1945), poi contro gli oppositori comunisti guidati da Mao Tse Tung (1946-1949). Per il valore e l’eroismo dimostrati in battaglia, a trent’anni non ancora compiuti venne nominato colonnello. Rientrato dalla guerra sino-nipponica, trovò la casa distrutta e molti familiari sterminati, genitori compresi, inoltre dovette subire successivamente la confisca dei beni ad opera dei maoisti. Riportò numerose ferite di guerra, comprese delle lesioni alla colonna vertebrale che lo costrinsero per alcuni tempi alla carrozzella. Ma grazie al suo tenace riattingimento di energie interiori attraverso le profonde conoscenze di Ch’i Kung che le arti marziali gli insegnarono, riuscì a guarire da ferite e malattie, riprendendo la pratica del Kung Fu.

A conclusione della guerra civile, nel 1949 si trasferì con moglie e figli a Taiwan, nella capitale Taipei. Qui riprese a seguire il maestro Chang Ch’ing P’u, divenuto capo istruttore di arti marziali delle forze armate taiwanesi, succedendogli nell’incarico alla sua scomparsa, nel 1963, e divenendo anche capo istruttore per le arti marziali della polizia di Taipei. Nel periodo di permanenza a Taiwan Chang Dsu Yao diventa amico del celebre allievo di Yang Ch’eng Fu, Cheng Man Ch’ing 鄭 曼 青 (1900-1975), con cui ha un fecondo e continuo scambio di conoscenze. A Taipei il maestro Chang Dsu Yao tenne anche dei corsi di arti marziali presso l’Università e collaborò alla rivista «Wu T’an Tsa Chih» (1971-1973), fondata e diretta dal maestro Liu Yün Ch’iao 劉 雲 樵 (1909-1992), presso la cui associazione tenne diverse lezioni.

Nel 1974 Chang Dsu Yao si congedò dall’esercito taiwanese e nel 1975 si trasferì definitivamente in Italia, dapprima a Bologna, infine a Pavia e Milano, dove il maestro Roberto Fassi lo invitò ad insegnare nella propria palestra agli allievi cinture nere di Karate-do.

La feconda collaborazione fra i maestri Chang Dsu Yao e Roberto Fassi dà origine a una vera e propria scuola di Kung Fu tradizionale cinese in Europa, nella quale gli insegnamenti originali vengono trasmessi integralmente, salvo un adattamento metodologico per gli allievi occidentali. Svariati libri (vedi Libri della scuola Chang) scritti in sinergia fra Chang e Fassi illustrano, almeno in parte, la profondità e ricchezza di essa: Enciclopedia del Kung Fu Shaolin (3 voll., Mediterranee, Roma 1986-1989, 19932), Tai Chi Chuan (De Vecchi, Milano 1989), Kung Fu (De Vecchi, Milano 1990), Il Tai Chi Chuan. Il segreto dell’energia vitale (De Vecchi, Milano 1991, 19932), Corso pratico di Tai Chi Chuan (De Vecchi, Milano 1992, 19942), Corso di T’ai Chi Ch’üan (De Vecchi, Milano 2008, Giunti, Firenze 20122). Dopo la scomparsa di Chang, l’ultima pubblicazione di Fassi fu ancora un dialogo con il maestro (nel volume in collaborazione con Ignazio Cuturello, Davide Magni e Francesco Tomatis, Corpo e preghiera. La Via del T’ai Chi Ch’üan, Città Nuova, Roma 2012, 20122).

Nel 1980 a Honolulu (Hawai) e nel 1986 a Taiwan Chang guidò una squadra di propri allievi a partecipare ai campionati mondiali di Kung Fu, con ottimi risultati.

Per gli eccezionali meriti nel campo delle arti marziali, la federazione cinese di Taiwan (KFROC) e la federazione mondiale di Kung Fu (CKWPA) gli riconobbero il massimo grado, cintura rossa 10° Chieh.

Nel 1991 e nel gennaio 1992 il maestro Chang Dsu Yao conferisce a soli suoi quattro allievi: Roberto Fassi (1935-2014), Ignazio Cuturello (1952), Giuseppe Ghezzi (1948) e Alfredo Santini (1948) il grado di cintura oro 6° Chieh in Shao Lin Ch’üan e T’ai Chi Ch’üan, trasmettendo a loro integralmente tutto il suo sapere marziale e il futuro della sua scuola. Durante l’ultimo stage tenuto dal maestro Chang a Montecampione nell’estate 1991, egli presentò questo ristretto gruppo di maestri come «gli unici maestri eredi del suo Kung Fu» (Giuseppe Ghezzi, Io e il Maestro, Mizzotti & Rolgi, S. Angelo Lodigiano 2004, pag. 50).

Recatosi a Taiwan per il capodanno cinese, colà morì il 7 febbraio 1992 e ora riposa in una tomba del cimitero cattolico di San Hsia.

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